Nuovo Dialogo, 2 febbraio 2018

Celebrare e testimoniare la Via Crucis con le meditazioni di Filippo Santoro

L'arcivescovo ha aderito al progetto editoriale curato da don Antonio Rubino ed edito dalla Libreria vaticana. La presentazione è di monsignor De Donatis, vicario di papa Francesco per la diocesi di Roma

“La Via Dolorosa. Celebrare e testimoniare” è un pregevole volume , di 70 pagine oltre la copertina, curato da don Antonio Rubino, parroco di San Roberto Bellarmino e vicario episcopale per la pastorale della Cultura, per le edizioni della Libreria editrice vaticana. Si tratta di una proposta, rivolta a tutta la comunità, per la celebrazione della Via Crucis, che si avvale delle meditazioni dell’arcivescovo Filippo Santoro e propone una presentazione di Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la città di Roma. Completano il volume le illustrazioni realizzate attraverso le riproduzioni fotografiche , effettuate da Carmine Lafratta, dei pannelli delle stazioni della Via Crucis della Chiesa di San Roberto Bellarmino, opera di Orazio Del Monaco.

Le meditazioni proposte da monsignor Santoro, che inframmezzano le preghiere rituali, rappresentano il punto di forza dell’intera operazione editoriale, e propongono un commento, frazionato, di un unicum concettuale, tutto teso a mettere in relazione stretta il percorso di dolore di Cristo con il nostro percorso terreno: svelare l’itinerario della salvezza , trarre fonti d’ispirazione per il cammino cristiano da testimoni autentici e le radici della speranza, che sono tutte piantate in questo progetto d’amore così grande da sfuggire spesso alla nostra comprensione. E del resto la traccia indicata dall’operazione è chiara: “Celebrare e testimoniare”. Riportare la nostra quotidianità nelle mani di Cristo e nel suo progetto per noi è la pista principale di questo percorso, del quale proponiamo alcune citazioni: “Quante volte giriamo intorno per fuggire alla croce di una incomprensione , di una difficoltà in famiglia, di una malattia. La croce è seguire Gesù nelle circostanze della vita. In esse Gesù parla  con noi: nelle difficoltà, nelle ore liete, in tutto quello che viviamo, nelle stesse contraddizioni. Gesù cammina con noi, adesso sta camminando con noi, per aiutarci ad abbracciare la nostra vita…” (Seconda stazione Gesù è caricato della croce).

“Nella sua caduta, nel suo finimento ci sono le nostre cadute. Gesù cade per la prima volta per sollevarci. Succede sempre quando risolvere da soli i nostri problemi, le nostre tentazioni, le nostre battaglie della vita…” (Terza stazione: Gesù cade per la prima volta).

“I cirenei sono tutti quelli che uniti a Cristo, anche senza saperlo, lo aiutano, gli rendono testimonianza nella loro vita. Noi aiutiamo Gesù quando siamo suoi testimoni facendoci prossimo ai malati, agli emarginati, a famiglie in difficoltà, ai migranti, a quanti consideriamo stranieri. Il volto di Gesù è impresso in ogni cireneo”. (Quinta stazione: Gesù è aiutato dal cireneo).

“Ognuno di noi riceve la sua identità quotidiana da ciò che fissa: se fissiamo la vanità, il nostro volto è vuoto; se fissiamo la distrazione, il nostro volto sarà distratto, se fissiamo il volto di Cristo, noi ci avviciniamo a Lui e partecipiamo alla sua vita”. (Sesta stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù).

“La Via Crucis arriva al termine. Gesù muore inchiodato su una croce. (…) Nelle sue adorabili mani distese abbraccia il cielo e la terra, l’universo intero, la vita di ognuno di noi con virtù, meriti e difetti. Nell’offerta totale della sua vita Egli ci abbraccia senza riserve. (…) L’amore di Gesù è sino alla fine, come vorremmo che fosse il nostro amore…”. (Dodicesima stazione: Gesù muore in croce).

“…La salvezza è deposta nel suo grembo. Così nel segno dell’estremo abbandono Maria, fedele sino  alla fine, diventa nuova Madre dei viventi, annunzio della risurrezione, segno della Chiesa”. (Tredicesima stazione: Gesù è deposto dalla croce).

Nella citata presentazione monsignor De Donatis così commenta: “Questa prassi celebrativa, raccomandata anche da alcuni maestri di vita spirituale, nel corso dei secoli ha aiutato la comunità cristiana a immedesimarsi con Gesù e a contemplare la sua passione e la sua morte, da cui scaturì la nostra salvezza. La Via Crucis è, dunque, una lectio divina per tutti, che non richiede particolari conoscenze, perché mostra con semplicità il cuore della fede della Chiesa e i fatti salienti dell’ultima fase della vita di Gesù”.

“Desidero affidare – conclude De Donatis- questo nuovo schema celebrativo a ogni persona battezzata, accompagnandolo con l’ultima parte della preghiera pronunciata dal santo padre Francesco il Venerdì santo dello scorso anno: ‘O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia’. Auguro a ciascun credente che, ripercorrendo ancora una volta, l’itinerario degli eventi da cui scaturì la nostra salvezza possa accogliere la croce nella sua vita e contemplare i segni della risurrezione”.

Silvano Trevisani