La Gazzetta del Mezzogiorno, 29 novembre 2015

La Misericordia secondo Dante

Nell'incontro di preparazione all'Anno Giubilare la lettura di Paolo De Stefano attraverso i canti del Purgatorio e Manzoni

Serata di fede e cultura organizzata da don Antonio Rubino nell’auditorium di San Roberto Bellarmino sul tema “Il Padre ricco di Misericordia”. Un tema tenuto da due relatori di rilievo: in Dante dal professor Paolo De Stefano e nella teologia dal professor padre Vittorino Grossi. Il coordinatore è stato il professor Antonio Liuzzi e le conclusioni sono state tratte dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro. Alla manifestazione ha partecipato il presidente del Rotary Club Taranto, Marcello d’Ippolito.

Dopo la presentazione del professor Liuzzi e il saluto del parroco don Antonio Rubino e della professoressa Josè Minervini, presidente della sezione tarantina della “Dante Alighieri”, ha preso la parola il professor Paolo De Stefano che ha trattato nella ricorrenza del 750esimo anniversario della morte di Dante, dello specifico tema “Dante e il concetto di Misericordia”. De Stefano nell’analisi testuali nei passi della Vita Nova e del Convivio, ha commentato il concetto che il poeta aveva e nei suoi passi del Purgatorio, mise in alto, della Misericordia divina. In Dante viene prima la giustizia divina e se il peccatore dimostra pentimento e penitenza non gli mancherà l’aiuto di Dio e della Madonna.

De Stefano si è soffermato a commentare passi del terzo, del quinto, dell’undicesimo e del tredicesimo canto della seconda Cantica nei quali il poeta tratta di personaggi storici peccatori e redenti, le loro volontà penitenziali, all’ultimo istante della vita; o personaggi, come Sapia, che ebbe un aiuto divino dalle preghiere di un povero ma già beato venditore di pettini.

I riferimenti al Manzoni non sono mancati. Anche Dante fu peccatore, ma proprio il suo viaggio di penitenza lo ha condotto al perdono di Dio. Quindi ha preso la parola il professor padre Vittorino Grossi. Che ha spiegato il termine “misericordia” come si evince dal Vangelo e poi ha conversato, attraverso le letture di San Paolo ai Romani, dalla enciclica di Papa Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, ma soprattutto da Sant’Agostino, sul valore religioso e morale della Misericordia: “Accogliere, accompagnare, non giudicare”. Direttiva che era stata letta dalla catechista Maria Bonetti.

Ha concluso l’arcivescovo, monsignor Santoro, che ha significato cosa è la virtù misericordiosa di Dio, e con esempi personali di quando era in Messico, ha vivacizzato la manifestazione culturale religiosa alla quale ha partecipato un popolo numeroso, che al termine ha voluto complimentarsi con l’arcivescovo Santoro, con gli organizzatori Rubino e Liuzzi e i relatori della serata.

L’amministrazione comunale di Taranto era rappresentata dall’assessore alla Cultura, Mino Ianne.