Il Documento della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti pubblicato a giugno 2014

Il Direttorio Omiletico

“L’omelia non può essere uno spettacolo di intrattenimento, non risponde alla logica delle risorse mediatiche, ma deve dare fervore e significato alla celebrazione. E’ un genere peculiare, dal momento che si tratta di una predicazione dentro la cornice di una celebrazione liturgica” (Evangelii Gaudium, 138).

La Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti ha pubblicato, circa un anno fa, un prezioso strumento per il servizio pastorale dei Ministri della Parola: il Direttorio Omiletico. Esso investe, anche, l’attenzione di tutta la Comunità ecclesiale, per l’importanza e l’attualità dell’argomento trattato.

Questo interessante Documento intende dare una “risposta alla richiesta avanzata dai partecipanti al Sinodo dei Vescovi del 2008 sulla Parola di Dio. Papa Benedetto XVI, accogliendo la loro proposta chiese, alle autorità competenti, di preparare un Direttorio sull’omelia (cf. VD 60)” (Direttorio Omiletico =DO 1).

Nel prendere visione del Direttorio omiletico emerge immediata una sensibilità pastorale che nasce dal Concilio Vaticano II, approfondita specialmente nelle Costituzioni Dei Verbum e Sacrosanctum Concilium. In esse è chiaro, infatti, il legame intrinseco tra la Scrittura e il culto e di conseguenza la natura peculiare della predicazione nella Liturgia.

La predicazione attinga – leggiamo nell’Introduzione del Direttorio – anzitutto alle fonti della sacra Scrittura e della liturgia, poiché essa è l’annunzio delle mirabili opere di Dio nella storia della salvezza, ossia nel mistero di Cristo, mistero che è in mezzo a noi sempre presente e operante, soprattutto nelle celebrazioni liturgiche” (cf. SC 35,2).

Questa maturazione teologica e pastorale dell’omelia inserita nella Liturgia della Parola, auspicata dal Concilio, è stata costantemente insegnata dal Magistero e ultimamente evidenziata da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, ha, infine, portato oggi la Congregazione a stilare questo strumento pastorale. “La finalità del Direttorio è di presentare lo scopo dell’omelia com’è descritta nei documenti della Chiesa, dal Concilio Vaticano II fino all’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, e offrire una guida basata su queste fonti in modo da aiutare gli omileti a compiere correttamente ed efficacemente la loro missione” (DO 2).

Sono quattro gli importanti indirizzi, che elaborati e sviluppati dopo il Concilio nel Magistero dei Pontefici, emergono nei contenuti del Direttorio e sono descritti nella sua Introduzione.

Il primo è, naturalmente, il posto della Parola di Dio nella celebrazione liturgica e ciò che questo significa per la funzione dell’omelia (cf. SC 24, 35, 52, 56).

Il secondo orientamento concerne i principi dell’interpretazione biblica cattolica enunciati dal Concilio, che trovano una particolare espressione nell’omelia liturgica (cf. DV 9-13, 21).

Il terzo indirizzo riguarda le conseguenze di questa comprensione della Bibbia e della liturgia per lo stesso omileta, il quale deve modellare ad essa non solo il suo approccio nel preparare l’omelia, ma anche la sua intera vita spirituale (cf. DV 25, Presbyterorum ordinis 4, 18).

Il quarto criterio osserva i bisogni di coloro ai quali è rivolta la predicazione della Chiesa, le loro culture e situazioni di vita, anch’essi decisivi per la forma dell’omelia, poiché questa ha altresì la funzione di convertire al Vangelo l’esistenza di chi l’ascolta (cf. Ad gentes 6), alla luce dell’invito fatto da Sacrosanctum Concilium: “i fedeli esprimano nella vita ciò che hanno ricevuto mediante la fede” (10).

Il Direttorio omiletico è articolato in due parti.

La prima, intitolata l’Omelia e l’ambito liturgico, descrive la natura, la funzione e il contesto peculiare dell’omelia, ma, anche, il ministro ordinato a cui compete, il riferimento alla Parola di Dio, la sua preparazione e i destinatari.

Nella seconda parte, Ars praedicandi, sono presentate le coordinate metodologiche e contenutistiche che l’omileta deve conoscere nel preparare l’omelia. Sono proposte, inoltre, chiavi di lettura per il ciclo domenicale-festivo per i vari tempi dell’Anno liturgico, con alcuni accenni anche alle Messe feriali, di matrimonio ed esequiali.

Seguono due Appendici. Nella prima sono segnalati i riferimenti del Catechismo in rapporto con alcuni aspetti tematici delle letture domenicali dei tre cicli annuali. Nella seconda Appendice sono indicati i riferimenti ai testi di documenti magisteriali sull’omelia.

Il documento della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti si augura, facendo proprio il pensiero che Papa Francesco ha espresso nell’Evangelii Gaudium, che l’omelia possa “essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita” (DO135).

Quest’auspicio del Direttorio omiletico nasce dalla consapevolezza che se la nopredicazione apostolica è annuncio del Vangelo come Liturgia, “opera in favore del popolo” di Dio, come chiaramente dichiara l’Apostolo Paolo (cf. Rom 15, 16), l’omelia fa parte di questa predicazione essenziale, fondante, come tale essa stessa è Liturgia, ed in più è componente essenziale di quell’aspetto terzo della Liturgia divina, che è il culto della Chiesa in atto.

 Antonio Rubino