A Cinquecento anni dalla morte, avvenuta il 2 maggio 1519 ad Amboise, Leonardo da Vinci si conferma un’icona dell’arte del Rinascimento al pari di Michelangelo e di Raffaello.
Il mito che nel tempo si è costruito intorno alla sua figura non ci permette però di leggere correttamente il valore della sua opera. La mostra si pone la sfida di far emergere alcuni aspetti unici ed innovativi dei suoi studi tecnici e teorici attraverso il confronto serrato con i suoi contemporanei, come Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini, Luca Pacioli, Donato Bramante per citarne alcuni.
La mostra apre lo sguardo sulla feconda trama di relazioni che pervade l’ingegneria, la tecnica, l’arte e il pensiero tra Quattrocento e Cinquecento, all’alba della rivoluzione scientifica che trasformerà la visione del mondo moderno. Dalla formazione toscana, al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, il percorso espositivo analizza l’opera di Leonardo sul fronte tecnologico e scientifico. Indicando le connessioni culturali con il mondo che lo circondava, si propone una visione ampia e stratificata di questo grande personaggio, troppo spesso presentato come genio isolato.
Dieci disegni di Leonardo dal Codice Atlantico e oltre 200 opere tra modelli, manoscritti, disegni, volumi, stampe e dipinti, provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed europee, permettono di ripercorrere i grandi temi affrontati da Leonardo sul versante del pensiero tecnico ed umanistico, al centro del dibattito degli artisti e ingegneri rinascimentali.
L’esposizioni alle Scuderie del Quirinale vuole offrire una nuova lettura dell’artista toscano, evidenziando gli aspetti innovativi del suo lavoro e la sua eredità culturale: il disegno come strumento d’analisi e di comunicazione, la capacità di osservazione e, soprattutto, un pensiero trasversale e duttile, un’idea di conoscenza che costruisce relazioni e connessioni.