Tra le pratiche di devozione che hanno attraversato i secoli e si sono radicate nel cuore dei fedeli, la via Crucis rappresenta una delle forme più antiche e più feconde di pietà popolare, come testimoniano anche le edicole erette in moltissime Chiese, chiostri, santuari o anche in aperta compagna, in cui sono raffigurate le scene bibliche che si contemplano durante la preghiera.
Attraverso l’itinerario delle stazioni i fedeli ripercorrono spiritualmente le tappe salienti dell’ultima fase della vita terrena di Gesù e lo accompagnano nell’offerta della sua vita al Padre. La meditazione dei testi biblici, favorita da un breve commento, come avviene anche in questo volume, aiuta i credenti a rileggere la Parola di Dio, a meditarla in una forma semplice, scandita anche da pause meditative dettate dal ritmo processionale del camminare. Questo percorso itinerante, sostenuto da una ripetizione cadenzata di alcune formule (per esempio Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo perché con la tua Croce hai redento il mondo) si unisce alla memorizzazione quasi automatica e spontanea di alcuni versetti salienti del Vangelo. Questa prassi celebrativa, raccomandata anche da alcuni maestri della vita spirituale, nel corso dei secoli ha aiutato la comunità cristiana a immedesimarsi con Gesù e a contemplare la sua passione e la sua morte, da cui scaturì la nostra salvezza. La Via Crucis è dunque una lectio divina per tutti, che non richiede particolari conoscenze, perché mostra con semplicità il cuore della fede della Chiesa e i fatti salienti dell’ultima fase della vita di Gesù.
I fedeli, inoltre, sono molto legati a questa tradizione anche perché hanno sempre trovato in essa le espressioni tipiche della preghiera cristiana, come si spiega bene nel Direttorio sulla pietà popolare e la liturgia. La Via Crucis è metafora della vita, intesa come un cammino, un pellegrinaggio che si compie, attraverso il percorso della croce, dall’esilio terreno alla patria celeste. Celebrando la Via Crucis come battezzati siamo chiamati a meditare sulla nostra vita e a rileggerla alla luce dell’offerta che Cristo fa di sé al Padre, ravvivando il desiderio di conformarci a Lui ogni giorno. Così ci riscopriamo discepoli che quotidianamente rinnovano il proposito di camminare con il Maestro, dietro a Lui, portando la croce.
Desidero affidare questo nuovo schema celebrativo a ogni persona battezzata, accompagnandolo con l’ultima parte della preghiera pronunciata dal santo padre Francesco il Venerdì santo dello scorso anno: O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia.
Auguro a ciascun credente che ripercorrendo ancora una volta l’itinerario degli eventi da cui scaturì la nostra salvezza possa accogliere la croce nella sua vita e contemplare i segni della Risurrezione.
+ Angelo De Donatis
Vicario Generale di Sua Santità per la Città di Roma