Il 19 ottobre scorso si è celebrato a Taranto, nella chiesa di San Roberto Bellarmino, il Giubileo della Cultura sul tema: “Per una cultura della Misericordia oltre la globalizzazione dell’indifferenza”. «Da una cultura individualista possiamo passare a una cultura del rispetto, dell’ascolto, della valorizzazione dell’altro», ha detto l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, «sino a giungere a una cultura della cura dell’altro, chiunque esso sia. E particolarmente nel nostro territorio, la cura delle persone, dei più poveri, è inseparabile dalla cura dell’ambiente, della casa comune» La chiesa era gremita, presenti le autorità,i rappresentanti delle varie realtà culturali del territorio jonico, numerosi quelli che hanno accettato di offrire la loro professionalità per la realizzazione di quest’appuntamento: l’orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Piero Romano, la compagnia del Teatro della fede che ha realizzato un’opera inedita, Amore che trabocca di Alfredo Traversa, il coro Paisiello con il maestro Nicola Locritani e gli alunni dell’Istituto Archimede di Taranto. «La mancanza di un’equa agenda sociale e di un’educazione alla cittadinanza responsabile genera disuguaglianze e povertà conduce», ha concluso don Antonio Rubino, vicario episcopale per la pastorale della cultura, «a forme illegali di occupazione, favorisce lo sfruttamento, colpendo particolarmente le donne e i minori. Agli imprenditori, ai datori di lavoro, agli amministratori pubblici, agli uomini di pensiero e di scienza, ma anche a tutti noi, l’antica storia del samaritano deve costituire un’inquietante provocazione».La cultura dello scarto, che papa Francesco non si stanca infatti di denunciare, non è un’inevitabile fatalità, ma è prodotta da un modello economico e sociale fondato sul profitto, come unico criterio di sviluppo e di crescita. Da questa cultura sono esclusi, in modo particolare, i giovani e gli anziani, cioè la speranza del futura e la memoria del passato, fattori di sviluppo integrale per qualsiasi società. Ai cristiani la vicenda esemplare del samaritano offre la bontà, come virtù di fare il bene, e la compassione.
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