Nuovo Dialogo, 27 novembre 2015

Il Padre “ricco di misericordia”

Nell'incontro di preparazione all'Anno Giubilare Padre Grossi ha sottolineato che la possibilità quotidiana di essere perdonati è necessaria all'uomo come il pane per vivere; e il prof. De Stefano richiama i versi di Dante.

Nella serata del 17 novembre scorso, la parrocchia san Roberto Bellarmino in Taranto ha organizzato ed ospitato un momento di riflessione che ha unito nel tema della misericordia, la preparazione immediata al Giubileo della Misericordia con il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri.

L’iniziativa è frutto della collaborazione tra la parrocchia, il Rotary club Taranto Magna Grecia, presieduto da Marcello D’Ippolito, e la Società Dante Alighieri, presieduta da Josè Minervini. Gli interventi sono stati coordinati da Antonio Liuzzi. Nel suo saluto introduttivo, don Antonio Rubino, parroco di S. Roberto, ha definito la misericordia come chiave di comprensione della vita cristiana; rifacendosi poi a Romano Guardini, ha messo a fuoco un interrogativo che è sempre attuale: “Perché gli spaventosi giri viziosi, la sofferenza degli innocenti, la colpa per raggiungere la salvezza?” L’approfondimento di una questione così delicata don Antonio l’ha affidato a Paolo De Stefano, già preside del liceo- ginnasio “Quinto Ennio” di Taranto, il quale ha accompagnato i presenti lungo alcune pagine dantesche alla scoperta del concetto di misericordia così come vissuto ed interpretato dal sommo poeta.

Il punto fondamentale, per non fraintendere quanto Dante intende con misericordia , è che la misericordia  è concessa da Dio dopo un intervento penitenziale da parte del peccatore. La misericordia richiede il pentimento. In Dante la misericordia non è lontana dalla giustizia di Dio. I numerosi richiami ai versi del poeta (in particolare il canto V del Purgatorio) da parte del relatore hanno offerto l’opportunità di guastare non solo l’attualità teologica del pensiero dell’Alighieri, ma anche la musica e la perfetta composizione delle sue terzine.

All’intervento di De Stefano ha fatto eco quello del prof. padre Vittorino Grossi, docente dell’Augustinianum di Roma. Al prof. Grossi è toccato legare la riflessione sulla misericordia dell’autorevole magistero di papa Francesco. Con  la Bolla d’indizione dell’Anno Giubilare, infatti la cristianità e l’umanità sono chiamate a raccolta per riconsolidare il valore cristiano della misericordia per la stessa vita umana. La possibilità quotidiana  di essere perdonati, ha sostenuto il prof. Grossi, è necessaria all’uomo come il pane per vivere.

Le conclusioni della serata sono state affidate al nostro arcivescovo, monsignor Filippo Santoro, il quale ha fatto esplicito riferimento alla drammatica situazione internazionale dopo i recenti fatti di Parigi, riportando le parole apparse sulla stampa, di Antoine  Leiris, un uomo che ha perso la moglie in uno degli attentati di Parigi. Nella lettera pubblicata su Facebook, l’uomo afferma con forza: “Non avrete il mio odio!”. L’arcivescovo ha poi espresso il suo apprezzamento per l’originalità dell’iniziativa che apre la preparazione  all’Anno Santo e s’inserisce pienamente nell’itinerario da lui proposto durante il pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo di settembre scorso.

Paolo Simonetti